LASCIAMO CHE I CACCIATORI SPARINO I LORO COLPI
Un cacciatore è venuto a trovarmi per lamentarsi del ragionamento aggressivo usato dalla maestra di sua figlia, la quale ha detto agli alunni che gli uccelli appartengono alla natura e sono stati creati dal buon Dio per essere ammirati da tutti; quindi, non è concesso a nessuno abbatterli per il solo gusto di uccidere. Invece, un tiro di scoppio e via, tutto finito, caput. La povera figlia del cacciatore è tornata a casa stravolta. Per alcuni giorni non ha nemmeno voluto guardare in faccia suo padre.
“Questo non è insegnamento, questo è terrorismo! La maestra avrebbe dovuto, al contrario, parlare di una propensione atavica, insita nell’uomo, con l’indole infaticabile di cercare la preda”, mi ha detto alterato il cacciatore. “E non lamentiamoci, poi, se i figli odiano i padri. Una professoressa addirittura, incurante del pericolo, ha portato i propri ragazzi lungo gli argini del lago Salso, per mostrare agli alunni i barchini nascosti dai bracconieri tra i canneti. Ci stanno costringendo ogni giorno di più in aree dove non v’è nulla da cacciare, e nemmeno ci lasciano sparare ai colombi; è chiaro che alcuni di noi, esasperati, vengono spinti a fare cose irregolari. Vedete cosa si deve fare per salvare dall’estinzione una specie dedita all’attività più antica del mondo?”
Infine ha concluso: “Facciamo vivere ad ognuno la propria vita spensierata, all’aria aperta. Questo serve alle nuove generazioni, piuttosto che additare una categoria di persone, le quali hanno come unico svago domenicale qualche tiro di fucile e lunghe passeggiate con i cani al fianco. Se poi il cacciatore non mangia la selvaggina, di quelle carni si deliziano tutti; e pur non essendo ormai un nutrimento necessario per la nostra sopravvivenza, non significa niente perché, perbacco, l’istinto è istinto!”.
Tutto questo mi ha detto l’altro giorno il cacciatore. Ma alla fine non ha saputo sottacere la cosa che gli rode di più. Cioè che un arrabbiato animalista, convinto che non sia giusto sparare agli uccelli di tutti, gli ha bruciato sul viso che lui sarebbe favorevole ad una sola licenza: quella, per ognuno, di sparare al proprio uccello.